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La cellulite, termine improprio per una patologia che prende il nome di pannicolopatia-edemato-fibro-sclerotica(di seguito solo PEFS) è provocata da un’alterazione del tessuto connettivo, del sistema nervoso e linfatico e dalla degenerazione infiammatoria delle cellule adipose sottocutanee.
Come si forma?

la PEFS (pannicolopatia-edemato-fibrosclerotica) e le adiposità localizzate sono caratterizzate da una iperplasia (causata nella maggior parte dei casi dagli estrogeni) delle cellule adipose.
In genere l’accumulo di grasso eccessivo è localizzato a livello gluteo-femorale. In questo caso la funzionalità vascolare non è compromessa, come invece accade per la PEFS.
La PEFS è una patologia micro-circolatoria che interessa il connettivo sottocutaneo: si verifica infatti un rallentamento del flusso a carico dei capillari per la formazione di placche cellulitiche che, comprimendo sia vasi sanguigni che i nervi, ostacolano gli scambi nutritivi nei tessuti.
L’accumulo di tossine determina uno stato infiammatorio che a sua volta provoca un aumento del volume degli adipociti e nella fase iniziale, la dissociazione delle fibre elastiche connettivali, con il tipico aspetto a “buccia d’arancia”.
GLI STADI DELLA CELLULITE

PRIMO STADIO
La cellulite edematosa si riconosce dall’aspetto della pelle che appare spugnosa e pastosa. Inoltre, è evidente un gonfiore dovuto ad un accumulo di liquidi nell’ipoderma (edema) ed all’accumulo di tessuto adiposo. L’unico sintomo che si riscontra è il senso di peso agli arti inferiori.
L’edema è un ristagno di liquidi negli spazi fra le cellule dell’organismo e si verifica quando c’è un malfunzionamento del sistema linfatico; quando cioè la capacità di trasporto linfatico supera quella di drenaggio.
Si parla allora di linfedema per indicare l’infiltrazione di liquidi e proteine a livello sottocutaneo come conseguenza di una insufficienza meccanica del sistema linfatico.
Se non si interviene la cellulite edematosa può facilmente peggiorare e sfociare in cellulite fibrosa, più difficile da trattare.
Come intervenire allora?
- riattivare il microcircolo e facilitare l’eliminazione dei fluidi. Per drenare i liquidi in eccesso è necessario correggere la propria alimentazione, riducendo, ma non eliminando del tutto, il consumo di sodio (contenuto nel comune sale da cucina, ma anche in tanti altri alimenti);
- assumere 2 litri di acqua oligominerale, thè e tisane;
- effettuare dei massaggi drenanti.
SECONDO STADIO

A questo livello il problema è ancora reversibile ed è più visibile. Sono presenti alcuni sintomi, come il dolore alla palpazione, perché le terminazioni nervose risultano irritate e infiammate.
La cattiva circolazione ed il ristagno di liquidi impediscono gli scambi nutritivi tra i tessuti; si ha un aumento del volume delle cellule adipose, che si distanziano l’una dall’altra a causa della presenza di un eccesso di liquido tra di esse.
In questo modo si allontanano dal circuito linfatico e non riescono più a smaltire efficacemente le tossine.
Si crea un processo di fibrosi che porta alla formazione di piccoli noduli; il tessuto connettivo perde elasticità e diventa più duro e compatto.
Possiamo eseguire un test semplicemente stringendo tra pollice e indice la pelle e valutare la sua elasticità sollevando la plica e lasciandola cadere e valutando il tempo necessario per ritornare allo stato di partenza.
In questa fase, si assiste anche a ipotermia delle zone colpite da cellulite, vale a dire che le parti interessate risultano più fredde perché meno vascolarizzate.
Come porre rimedio?
Oltre a drenare i liquidi in eccesso è necessario ridurre il volume dei noduli che si sono formati.
È necessario effettuare dei trattamenti mirati.
Bisogna in ogni caso:
- riattivare il microcircolo per facilitare l’eliminazione dei fluidi.
- Per drenare i liquidi in eccesso è necessario correggere la propria alimentazione, riducendo (ma non eliminando del tutto) il consumo di sodio (contenuto nel comune sale da cucina, ma anche in tanti altri alimenti);
- assumere 2 litri di acqua oligominerale al giorno, tè e tisane;
- effettuare dei massaggi drenanti.
- praticare regolare attività fisica.

TERZO STADIO
In questa fase le fibre di collagene indurite si compattano insieme agli adipociti ingrossati e formano dei noduli visibili e palpabili.
Effettuando una leggera pressione con le dita sulla zona interessata e scorrendo la mano verso l’alto potrete vedere i noduli (piccoli grumi, sotto la pelle).
Questo è il terzo stadio della cellulite e si può ancora intervenire per ridurla. Bisogna intervenire subito.
Non aspettare oltre, perché se passa allo stadio successivo, il tessuto diventa irreversibilmente sclerotico e diventa praticamente impossibile eliminare la cellulite.
